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Il Parco Più Bello D’ITALIA 2015

I parchi più belli d’Italia selezionati per voi da Giwa. Scoprili

villa_litta1-300x240Questo 2015 resterà nella storia del nostro paese per l’EXPO, evento internazionale grazie al quale anche il nostro patrimonio culturale, storico e paesaggistico, potrà essere scoperto e apprezzato in tutte le sue eccellenze, anche dai turisti stranieri che giungeranno in Italia da tutto il mondo.

Proprio a poche settimane dall’inaugurazione di questo imperdibile evento, il comitato scientifico del Concorso si è riunito per decretare la “Top Ten” delle bellezze verdi, selezionate tra gli oltre 1.000 giardini visitabili e affiliati al network “Il Parco Più Bello d’Italia”: un inestimabile patrimonio pubblico e privato costituito da splendidi giardini, parchi, orti botanici, distese verdi progettate e impreziosite da veri e propri tappeti di fioriture, sculture vegetali, labirinti di siepi e filari alberati di ogni specie.

Quindi, dato che la stagione più bella e fiorita dell’anno è già arrivata, se avete in programma una gita fuori porta per i prossimi weekend, affidatevi ai suggerimenti della nostra guida online www.ilparcopiubello.it.

Con l’aiuto del portale potrete trovare tutte le indicazioni sui più emozionanti itinerari turistici e luoghi di rara bellezza, da visitare alla scoperta dell’incantevole patrimonio “verde” italiano. Ogni giardino censito è pubblicato nel sito con una scheda descrittiva, una galleria fotografica, la posizione, gli orari e la stagione di apertura, le informazioni di visita e tutti gli eventi aggiornati nel calendario, giorno per giorno.

Allora preparate carta e penna e iniziate ad annotarvi le mete per le vostre prossime vacanze “green”: un percorso straordinario e originale che si snoda da Nord a Sud alla scoperta dei più bei tesori culturali, botanici, naturalistici e architettonici.

Iniziamo l’itinerario dei finalisti 2015 dalla regione dell’EXPO, dalla Lombardia, con la bellissima Villa Toeplitz (Varese) e il suo parco esteso otto ettari che venne ideato, tra il 1920 e il 1927, dal suo proprietario , il banchiere di origine polacca Giuseppe Toeplitz, con l’intervento dello studio “L. Collin – A. Adam & C.” di Parigi. L’impianto del parco presenta un disegno formale nella zona centrale e in prossimità degli edifici, mentre ha una configurazione paesaggistica nell’area a est con viali sinuosi e radure nei boschi misti ricchi di specie esotiche, per lo più conifere. Vi si ammirano imponenti esemplari di sequoie, cedri del Libano e dell’Himalaya assieme a faggi maestosi. Il percorso principale sale dall’ingresso alla collina detta “belvedere” attraverso scenografiche quanto monumentali gradinate e cascate in porfido interrotte da fontane in mosaico e marmo con giochi d’acqua, che evocano ambientazioni islamiche Moghul concepite da Edwige Mrozowska, moglie del Toeplitz e appassionata viaggiatrice nei paesi asiatici. Dal 1972 la proprietà è del Comune di Varese che l’ha destinata a parco pubblico con aree per il pic-nic e giochi per i bambini. Nella villa sono ospitati il Museo etoarcheologico Castiglioni e una sede della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Insubria.

Restando in Lombardia, a Lainate è Villa Visconti Borromeo Litta, realizzata intorno al 1580 per volere di Pirro I Visconti Borromeo, che affidò all’architetto Martino Bassi la trasformazione della preesistente dimora in una delle più ammirate residenze nei dintorni di Milano, con un giardino regolare che dalla casa si espande verso nord, interrotto trasversalmente dall’articolato ninfeo, riccamente decorato con mosaici, stucchi, pitture, grottesche e giochi d’acqua, dove erano esposte le pregiate collezioni del proprietario, capolavoro del Manierismo unico nel suo genere. A metà Settecento Giulio Visconti Borromeo Arese e il genero Pompeo Litta ampliarono il giardino verso ovest, in corrispondenza del corpo di fabbrica detto “Quarto Nuovo”, per un’estensione totale di 5.2 ettari, e costruirono le aggiornatissime serre. Dal 1971 la villa è proprietà del Comune di Lainate che ha promosso diversi interventi di restauro, tra cui, in coincidenza con Expo 2015, il risanamento e rimessa in funzione delle ottocentesche serre delle orchidee, che ospiteranno manifestazioni internazionali. La villa, dal 2008 parte dell’associazione ReGiS, è un riuscito esempio di gestione e valorizzazione di un bene pubblico da parte di reti culturali nazionali ed europee, con il positivo coinvolgimento di volontari.

Scendiamo in Liguria dove ci aspetta, ad Imperia, il giardino di Villa Grock, specchio della figura mitica del suo proprietario, il clown Adrian Wettach (detto “Grock”), inventore di marchingegni meccanici, un microcosmo, una wunderkammer moderna, un luogo delle meraviglie, naturali e artificiali, con la sua complessa rete di impianti elettrici per gestire le lampade multicolori, nel quale si identificano il mutevole, il trasformismo, il teatrale, le mille facce (tragiche, comiche, satiriche) del committente. Si tratta di un’interessante e bizzarra commistione di stili, un mondo magico, scenografico e dalle forme insolite che ricorda il parco Güell di Barcellona, con un significativo patrimonio arboreo, un giardino all’italiana, monumentali colonne e fantasiosi tempietti.

A Sant’Olcese, Genova, è Villa Serra con un elegante parco all’inglese esteso per nove ettari sul fondovalle pianeggiante del Rio Comago. Fu realizzato, a partire dal 1850, dal marchese Orso Serra con lavori diretti dal pittore di paesaggi Carlo Cusani. Mentre la villa prese a modello un edificio neogotico in stile Tudor pubblicato da John Claudius Loudon, nel parco vennero adottate le soluzioni progettuali teorizzate da Ercole Silva e sperimentate con successo nei parchi del Lombardo-Veneto. Nella componente vegetale predominano le specie arboree esotiche tra cui emergono esemplari isolati come riferimento visivo. A contorno delle distese erbose si trovano filari di tigli, lecci, roverelle con boschetti di magnolie, abeti rossi, tassi, faggi e aceri, così da creare scene diverse. Percorsi ad anello e a serpentina accompagnano il visitatore attraverso assi visivi e coni prospettici alla scoperta di laghi, ruscelli e cascate. Da ammirare, tra maggio e settembre, una collezione di ortensie unica in Italia, formata da oltre 1300 esemplari e 170 varietà, sia storiche che cultivar. Il parco di Villa Serra, acquistato nel 1982 dai comuni di Genova, Sant’Olcese e Serra Riccò, è gestito dal Consorzio Villa Serra che l’ha restaurato e aperto al pubblico nel 1992 nel rispetto dei suoi vincoli storico-ambientali.

Proseguiamo in Toscana per raggiungere Il Giardino dei Tarocchi (Garavicchio Capalbio, Grosseto), nel cuore delle verdi colline maremmane, è un affascinante luogo d’arte e complessa opera ambientale che, come per incanto, Niki De Saint Phalle realizza a partire dal  1979. Nel labirinto magico del giardino, la scultrice interpreta le Carte dei ventidue Arcani maggiori e con un forte senso spaziale li inserisce tra gli olivi, le sughere, i cisti e i lentischi della natura mediterranea. L’artista ha creato un luogo estraneo ai ritmi quotidiani, dove, oltrepassata la cesura architettonica della porta, realizzata nel 1996 da Mario Botta, si viene trascinati dalle opere monumentali che si ergono oltre i tredici metri, archetipi, personaggi e animali mitici trasformati in gioiosi fantasmi. Visitare il giardino è un’esperienza iniziatica per il mistero che emana il rapporto tra arte, arte ambientale, natura e paesaggio, mondi che si incontrano suscitando sollecitazioni e suggestioni fantastiche.

Ci spostiamo a Collodi, Pescia (Pistoia), tra Montecatini e Lucca, dove si trova il Giardino Garzoni, una felice sintesi fra le geometrie di matrice rinascimentale e la teatralità barocca. Un’opera d’arte di raro equilibrio in cui il verde, le scalinate, i trionfi d’acqua e le statue costituiscono una composizione armonica. Molti degli elementi innovativi permangono ancora oggi; tra questi, un sistema di assi visivi e prospettici che si proiettano verso l’infinito e nuovi effetti cromatici dati dall’uso di “miniate pietre”, sabbie e ghiaie colorate nelle sistemazioni dei parterres. È un’esperienza assolutamente indimenticabile perdersi fra le meraviglie di questo luogo della fantasia: grotte, teatri di verzura, statue, serre con i pavoni, foreste di bambù. Dal 2007 in un’addizione del giardino è visitabile la Butterfly House, una splendida serra in pietra e cristallo che ospita un lussureggiante ambiente tropicale contenente un migliaio di farfalle provenienti da tutto il mondo.

Raggiungiamo la capitale dove, sul Pincio e con una stupenda veduta panoramica sulla città, è il giardino di Villa Medici, che si estende per più di 7 ettari e conserva ancora oggi in gran parte l’aspetto del XVI secolo; fu impiantato dal cardinale Ricci e poi ampliato e trasformato dal nuovo proprietario, il cardinale Ferdinando de’ Medici, che, completati i lavori in corso, fece aggiungere un nuovo asse nord-sud per collegare il giardino al Parnaso, una piccola collina artificiale che contiene le rovine di un tempio antico. Spogliati alla fine del XVIII secolo della maggior parte delle sculture, i giardini hanno comunque conservato fino all’inizio del XIX secolo l’impianto originario. Divenuta la villa sede dell’Accademia di Francia a Roma, sotto la direzione di Dominique Ingres il giardino fu leggermente modificato nel tracciato dei parterres. Un recente complesso e articolato restauro ha restituito al parco le simmetrie originarie e l’armonico rapporto tra i diversi settori, recuperando il passaggio tra le studiate geometriche aiuole e la libertà naturale del boschetto. Il giardino è stato oggetto di un restauro esemplare e viene mantenuto in ottime condizioni.

A Latina, tra le rovine, si svela un giardino considerato tra i più belli al mondo: il Giardino di Ninfa, creato nel XVI sec. dal cardinale Nicolò III Caetani. Dopo un lungo abbandono, alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati per dar vita a un giardino dall’aspetto romantico: piantarono i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che divenne la casa di campagna della famiglia, oggi sede degli uffici della Fondazione Roffredo Caetani. Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, ne continuò la cura introducendo nuove specie di arbusti e rose. Negli otto ettari di giardino è possibile ammirare oltre 1300 piante diverse tra cui molti arbusti che offrono ospitalità alle numerose specie animali presenti. L’ultima erede (e giardiniera) è stata Lelia, figlia di Roffredo, che ha curato il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante. Aggiunse numerose magnolie, prunus e rose rampicanti, e, insieme alla madre Marguerite, realizzò accanto alle mura sud della città di Ninfa un rock garden. Donna Lelia morì nel 1977, ma prima della morte decise di istituire la Fondazione Roffredo Caetani al fine di preservare il giardino e il castello di Sermoneta e di valorizzare il territorio pontino e lepino. Il complesso rappresenta un unicum per l’armonioso e affascinante connubio tra le architetture in rovina della città abbandonata e la natura che la avvolge, creando uno spettacolo di grande fascino. La manutenzione del giardino è esemplare per impegno e competenza negli interventi. La Fondazione garantisce l’apertura al pubblico con criteri di compatibilità con le esigenze di salvaguardia del giardino.

Proseguiamo il nostro itinerario di visita verso Sud, in Puglia, per raggiungere il Giardino Botanico della Cutura (Giuggianello-Lecce), un’antica tenuta di campagna costruita nel classico stile rurale di fine Ottocento, oggi rinomato giardino botanico, che ospita una delle più ricche raccolte di piante rare, grasse e tropicali grazie alla passione del suo proprietario – Salvatore Cezzi – per le succulente, presenti in un gran numero di esemplari, oggi di dimensioni ragguardevoli, alcuni ottenuti per modificazioni genetiche spontanee. Un paradiso nato dalla pietra, unico in Italia, dove piacere e natura si fondono in perfetta armonia, in un trionfo di profumi e colori. Un percorso botanico lungo i viali di rose, giardini di piante aromatiche, aiuole di piante mediterranee e officinali, fra il laghetto di papiri e ninfee, il giardino roccioso e l’agrumeto ci conduce all’imponente serra nella quale sono raccolti oltre 2000 esemplari di piante grasse e succulente preziose per rarità, tipologia e dimensione.

L’ultima tappa del nostro “percorso delle eccellenze verdi” è il giardino di Villa Caristo a Stignano (Reggio Calabria), che costituisce l’esempio più significativo dell’arte barocca in Calabria con il palazzo e il parco circostante, veri e propri gioielli che richiamano per stile, ricchezza ornamentale ed eleganza le ville vesuviane. Nonostante la dispersione dell’arredo scultoreo, alcune fontane superstiti e la statua di Tancredi e Clorinda testimoniano la sua originaria ricchezza scultorea rendendo questo giardino una meta imperdibile.

I dieci finalisti prescelti dalla giuria racchiudono in sé la spettacolare bellezza e la varietà dei parchi e giardini che offre la nostra penisola: alcuni formali con geometrie precise, altri più romantici con percorsi morbidi e sinuosi, altri ancora con raccolte botaniche d’eccezione o viste panoramiche mozzafiato.

Entro la prossima estate, tra questi dieci finalisti, verranno eletti i due vincitori, rispettivamente per la categoria Parchi Pubblici e per la categoria Parchi Privati.

L'autore

Giwa Walter

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